Qualche pensiero sulla fragilità delle relazioni
di Adriana Sbrogiò
Ringrazio Gianni per il suo lavoro di riflessione sulla fragilità delle relazioni perché mi stimola a pensare e a ragionare, a mia volta, sulle relazioni che sto vivendo.
Tutte e tutti voi mi conoscete parecchio e sapete bene quanto siano importanti per me le relazioni e quanto sia vitale la qualità della relazione che di volta in volta vivo con ciascuno/a di voi e con altre/i, sia a livello interpersonale sia in gruppo.
E’ un dolore grandissimo, per me, perdere, interrompere, sospendere una relazione, soprattutto se con l’altra/o c’è stato scambio di affetto, di attenzioni, di parola intelligente, se abbiamo scambiato desideri, progetti e costruito qualcosa insieme, se abbiamo creduto che la nostra relazione potesse diventare politica perché sappiamo che può fare bene a noi stessi e ad altri. Capite bene che cosa intendo per relazione politica perché mi rifaccio sempre alla politica come comunicazione e quindi, alla relazione che si manifesta, che è dicibile, visibile, riconoscibile.
Ribadisco, chi fa politica per il governo e per il potere, generalmente non fa uso della politica come comunicazione; se lo facesse avremmo un governo di persone corrette, oneste, trasparenti nel modo di rivelarsi e muoversi.
Il tipo di relazione che io chiamo politica, inizia sì dalla comunicazione tra due persone, ma non la confondo con la relazione intima che vivo, e penso che tutte/i ne abbiano l’esperienza, in qualche rapporto speciale di profonda confidenza interiore. Mi spiegherò meglio in sede di ricerca.
Vorrei andare un po’ più a fondo su che cosa sono le relazioni strumentali-non strumentali, perché mi sembra che su questo ci sia abbastanza confusione. E poi vorrei dedicare un po’ di tempo di ricerca per capire bene perché la sincerità è diventata un valore così fuori moda.
Mi va bene tenere presente le relazioni che viviamo relativamente all’analisi della situazione locale, di quella nazionale e anche mondiale, se ne siamo capaci, e mi va bene pure approfondire le relazioni familiari e con le figlie e i figli che, rispetto al mondo sono cose piccole, ma grandi per l’amore, il buon vivere e l’economia della nostra vita quotidiana.
Come sempre il mio desiderio mi spinge all’apertura, all’invito perché altre/i possano partecipare ai lavori, ma ho avuto prova che non sempre finisce bene perché, come dice Gianni, a volte le relazioni con alcune/i donne e uomini diventano un peso. Il fatto è che, se anche sospendo una relazione, non perdo mai la speranza che accada qualcosa, che si trovino strumenti nuovi, che si inventi un modo altro perché la relazione riprenda vita. A volte, per riprendere la relazione, mi sono attaccata a piccoli cenni e gesti che colpivano il mio sentire, che ritenevo consoni al mio desiderio, ma che spesso, in seguito, mi sono accorta che non erano proprio nell’intenzione dall’altra/o. La poca chiarezza e i sotterfugi quasi sempre mi bloccano.
Aiutatemi voi perché, tante volte, io sono comunque prevaricata dal mio stesso desiderio di relazione che mi fa intravvedere possibilità che magari non ci sono. Però non voglio perdere la speranza. Grazie.