La relazione – le relazioni
di Elide Bolzon
Mi interessa di più parlare delle relazioni affettive, cioè quelle relazioni in cui c è affetto, dove si sente un certo calore e si prova anche una certa comunione con l’ altro/a.
In un corso di formazione, a cui ho partecipato anni fa, distinguevano le relazioni affettive così:
- relazioni di crescita;
- relazioni di amicizia;
- relazioni di aiuto e di educazione;
- relazioni parentali, di sangue:
- relazioni d’ essere.
Relazioni di crescita. È una relazione in cui incontro l’altro per un mio bene. Guarire e/o diventare più me stessa.
Relazione di amicizia. C’è amicizia solo se c’è comunicazione della propria interiorità scambio di valori profondi della propria vita Se la relazione resta a livello superficiale è una relazione di cameratismo o cordiale. L’amicizia richiede reciprocità, affinità, armonia.
La relazione d’aiuto e di educazione. È relazione di aiuto quando le persone vengono da me per essere ascoltate e aiutate. E relazione di educazione quando sono io che prendo l’ iniziativa di formare qualcuno.
Ogni persona ha essenzialmente bisogno di:
- essere compresa in ciò che comunica di sé.
- essere raggiunta nel meglio di sé nel suo essere positiva.
- essere creduta in ciò che ci comunica.
- essere amata gratuitamente.
- Sentire che si ha fede nella sua capacità di esistere da se stessa.
- Sentirsi al sicuro e in riposo interiore con noi.
IL LEGAME d’ essere.
Quando vivo un legame d’essere con qualcuno sento un’affinità profonda come se avessimo qualcosa di comune in ciò che ci è essenziale, come se fossimo fatti della stessa stoffa. Siamo uniti da ciò che è essenziale in noi o almeno da un aspetto importante di questo essenziale. Vivendo questo legame lo sperimento come indistruttibile. L’altro/a risveglia la profondità di me e mi fa esistere di più in alcuni luoghi di me.
Guardando alla mia storia personale posso dire di avere incontrato persone con cui ho sentito affinità e armonia e di aver vissuto diversi momenti di comunicazione profonda, ma di essere anche stata accompagnata da momenti di chiusura, di diffidenza, di paura che non hanno certo favorito la reciprocità.
Sento come una responsabilità la non tenacia, il lasciar perdere, il non approfondire che ha lasciato andare alcune relazioni o sono rimasta in superficie rendendo vuota la relazione. Questo in alcuni momenti è successo anche con Gianni.
Il tram tram domestico può far cadere nel silenzio e nella superficialità.
In questi incontri vorrei riuscire a prendere con più determinazione in mano la mia vita per avvicinarmi meglio al mio essenziale, per vivere in pienezza con le persone vicine.